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 ESG-AML/CFT: il Sistema Finanziario fa appello a Professionisti & Altri Operatori Non Finanziari

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L’inclusione dei Professionisti & degli Altri Operatori Non Finanziari (“P&AONF”) nei soggetti obbligati dalle normative AML/CFT nazionali/europee/internazionali deriva dalla constatazione, sia da parte del GAFI sia dell’UE, che gli stessi possono essere utilizzati, consapevolmente o inconsapevolmente, per fornire consulenza e/o assistenza nel riciclaggio di fondi criminali o nel finanziamento del terrorismo.

Al fine di proteggere il sistema economico-finanziario da incursioni criminali illecite, che possono comportare effetti distorsivi e nefasti sulla stabilità, la concorrenza e l’integrità dei mercati, i legislatori (nazionali e comunitari), anche in ottica ESG, hanno riconosciuto il ruolo fondamentale e cruciale svolto a livello sociale da parte dei P&AONF richiedendo pertanto il loro supporto nella lotta al riciclaggio di denaro ed al finanziamento del terrorismo.

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Il quadro regolamentare

Tenendo conto della IV & V Direttiva EU e del D.Lgs 231/2007 così come ad oggi aggiornato e modificato, gli Ordini professionali (in qualità di organi di autoregolamentazione), le associazioni/federazioni di categoria (in quanto organi interessati) e gli organi di vigilanza hanno aggiornato le proprie linee guida, regole tecniche e best-practice al fine di agevolare i propri iscritti (commercialisti, avvocati, notai, revisori, agenzie immobiliari etc.) nell’espletamento delle obbligazioni AML/CFT e nella partecipazione attiva alla protezione del sistema economico-finanziario italiano ed internazionale.

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Le constatazioni dell’UIF

Nonostante il quadro regolamentare sopra delineato, nella Presentazione del Direttore dell’UIF del 24/06/2022, in merito al Rapporto AML/CFT 2021, si evidenzia che:

  • Vi sono ancora potenzialità inespresse di diverse categorie di segnalanti di operazioni sospette che, seppur da tempo destinatari degli obblighi AML/CFT, sono ancora lontani da una genuina consapevolezza del ruolo loro attribuito dall’ordinamento.
  • Incertezze e lacune della regolamentazione, oggi ancora presenti in alcuni settori, non agevolano l’adempimento degli obblighi, spesso vissuti come un onere scarsamente giustificato (o addirittura poco giustificabile) più che come un’opportunità per una migliore conoscenza della clientela e, quindi, per una riduzione dei rischi di coinvolgimento in vicende illecite.
  • È necessario rafforzare, nel sistema, la consapevolezza che la mancata adozione o attivazione dei presidi antiriciclaggio rappresenta un danno non solo per l’interesse pubblico, ma anche per gli stessi soggetti obbligati.

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Le constatazioni di Banca d’Italia nel quadro dei criteri ESG

Anche nel documento riepilogativo del convegno del 24/02/2022 del Capo del Dipartimento Immobili e appalti della Banca d’Italia (“la governance nel settore immobiliare: Criteri ESG e antiriciclaggio”) si evidenzia che agli agenti immobiliari il sistema antiriciclaggio internazionale presta molta attenzione, anche con riguardo alla mera attività di consulenza. Così il GAFI negli International Standards on Combating Money Laudering and the Financing of Terrorism and Proliferation, rivisti nell’ottobre 2021, li ricomprende, unitamente ai notai e agli avvocati, tra i soggetti non finanziari tenuti alla due diligence sulla clientela nelle compravendite immobiliari e alla conservazione della relativa documentazione. In merito all’attività AML/CFT gli atti del convegno sopra citato evidenziano che:

  • Gli agenti immobiliari sono tenuti all’osservanza della normativa antiriciclaggio europea e nazionale, ma i loro controlli risulterebbero in generale inadeguati.
  • Le strutture maggiori (e ci si può riferire in particolare ai fondi immobiliari) sono consapevoli di dover svolgere un ruolo, che è stabilito dalla legge, nel monitorare la loro attività e tendono ad accrescere il corredo informativo sui clienti e sulle controparti e la formazione interna del personale. Nelle strutture minori, e in particolare ove si tratti di agenti che operano autonomamente, questa consapevolezza è nettamente inferiore.
  • Il punto di maggiore debolezza è indicato nella circostanza che nelle attività del real estate, oltre agli agenti immobiliari, sono coinvolti vari altri professionisti; tale complessità finisce per ostacolare controlli efficaci, specie nel caso di investimenti provenienti da paesi al di fuori dell’Unione europea o che riguardano persone esposte politicamente. Il coinvolgimento di diversi soggetti nelle operazioni immobiliari tende a scoraggiare un’adeguata due diligence della clientela; il livello delle segnalazioni di operazioni sospette non è soddisfacente; i controlli carenti per l’inadeguatezza delle informazioni disponibili.

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Le constatazioni raccolte presso i Professionisti

Effettivamente, quanto riportato nei documenti sopra menzionati è altresì confermato dal sentiment raccolto presso diversi P&AONF che, quandanche consapevoli dell’esistenza di una normativa antiriciclaggio a loro destinata, ritengono che:

  • Le obbligazioni sono troppo complicate ed operativamente irrealizzabili.
  • L’applicazione della normativa è troppo onerosa in termini di studi/analisi preliminari da svolgere per la sua messa a terra, di procedure da scrivere e di personale da formare e destinare alle attività operativa di valutazione del rischio, di adeguata verifica, di monitoraggio continuo, di adeguata conservazione e di SOS.
  • Non intendono “ingessare” l’organizzazione e l’operatività del proprio ufficio/studio/agenzia all’interno di procedure scritte prestabilite.
  • La loro clientela non è connessa in alcun modo al riciclaggio od al finanziamento del terrorismo ed è quindi una perdita di tempo, nel loro caso specifico, l’applicazione della normativa AML/CFT.
  • Non ci sono controlli sistematici da parte degli organi preposti alla verifica del rispetto degli obblighi di valutazione del rischio, adeguata verifica, di monitoraggio continuo, di conservazione dei dati e di SOS ed è pertanto inutile applicare la normativa AML/CF, che di fatto non è sottoposta a controlli sistematici, ma è preferibile sopportare il rischio di un’eventuale sanzione amministrativo-pecuniaria.

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LA/L'(IN)CONSAPEVOLEZZA DEI PROFESSIONISTI

A tal proposito si evidenzia che il documento del 24/06/2022 sopra citato rileva che l’apparato sanzionatorio è tutt’altro che perfetto e che strumenti utili sono il contatto e il confronto con i segnalanti, la condivisione di metodi, informazioni e strumenti di autovalutazione, l’adozione di un approccio nei confronti delle omissioni segnaletiche non indiscriminatamente punitivo, ma volto ad apprezzare l’effettiva gravità e consapevolezza. Nell’ottica di pervenire a comportamenti omogenei tra le diverse Autorità coinvolte nel processo sanzionatorio, nel 2021 l’UIF ha promosso l’istituzione di un Tavolo tecnico in materia di controlli e sanzioni al quale partecipano la Vigilanza della Banca d’Italia, la Guardia di Finanza, il Ministero dell’Economia e delle Finanze nonché le altre autorità competenti di volta in volta interessate (ved. ad esempio gli organi di autoregolamentazione).

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I DATI CONCRETI DEL RICICLAGGIO DI DENARO

L’inconsapevolezza o la riluttanza consapevole all’applicazione delle normative AML/CFT da parte di taluni P&AONF da un lato e la carenza di controlli sistematici sulla corretta applicazione delle normative in parola da parte degli organi preposti dall’altro, delineano un quadro allarmante se si tiene conto che:

Quanto sopra evidenza che, indipendentemente dal quadro normativo italiano in tema di AML/CFT, il contesto operativo nazionale risulta disarmante, soprattutto quando si rileva che, nonostante ESA, GAFI ed UE abbiano rivolto un appello ai P&AONF per affrontare le piaghe dell’evasione fiscale, della tratta e dello sfruttamento di esseri umani, del narcotraffico e del finanziamento del terrorismo e/o della produzione/commercializzazione delle armi di distruzione di massa, taluni P&AONF si siano “in”/consapevolmente” sottratti a tale responsabilità, non solo legale ma soprattutto civile e sociale non applicando, de facto, gli obblighi AML/CFT legalmente previsti.

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I CRITERI ESG

In conformità con i criteri ESG, i temi della crescita sostenibile e della legalità dovrebbero guidare i P&AONF a non farsi intrappolare nella logica del profitto indiscriminato personale/societario a discapito della società civile e del contesto economico-finanziario in cui anch’essi operano.

Si rimane attoniti nell’apprendere che taluni P&AONF:

  • non hanno voglia di adottare misure semplici e neanche così complicate, solo perché: tanto non ci sono i controlli.
  • descrivono la propria clientela come esente da fenomeni di riciclaggio ma che, non avendo eseguito alcuna valutazione del rischio di riciclaggio, non sono in grado di dimostrare e documentare che la loro personale sensazione è stata concretamente confermata.

Quanto sopra porta alla necessità di una convergenza di interessi tra P&AONF e mondo economico-finanziario così come auspicato dai legislatori nazionali, europei ed internazionali.

Un sistema economico-finanziario sano necessita della collaborazione attiva da parte di P&AONF che, in modo consapevole, siano in grado di individuare preventivamente i soggetti che possono nuocere al sistema e che si facciano carico della loro identificazione, valutazione, monitoraggio ed eventuale segnalazione.

Nell’immediato, i P&AONF, che saranno in grado di coniugare i criteri ESG con i principi AML/CFT, potranno contare su un vantaggio competitivo nei confronti dei propri competitors ma, soprattutto, potranno assicurare, a sé stessi, ai propri dipendenti ed ai propri clienti, l’erogazione di prestazioni compatibili con uno sviluppo socioeconomico lecito e sostenibile.

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LA SOLUZIONE ANTIRICICLAGGIO PER I PROFESSIONISTI

All’interno di tale contesto, il team 1stKYC, composto da esperti con oltre 25 anni di competenza operativa e manageriale in Risk Management, Financial Services, Compliance, AML/CFT, Auditing, Problem-Solving & IT solution, ha già analizzato la complessità e l’onerosità degli adempimenti obbligatori AML/CFT, unitamente alle sfide derivanti dai criteri ESG, sintetizzandoli all’interno dell’applicazione 1STKYC che consente ai P&AONF di essere in conformità con le normative antiriciclaggio vigenti, cui sono obbligati, in modo facile, strutturato ed economico adottando una soluzione digitale & sostenibile.

Quanto appena riportato evidenza come le preoccupazioni di onerosità e complessità individuate da taluni P&AONF siano infondate e che è possibile proteggere il mercato economico-finanziario e la società civile contrastando i fenomeni di riciclaggio in modo adeguato e consapevole adottando soluzioni già a portata di mano come l’applicazione 1stKYC.

Ved. Soluzione Digitale & Sostenibile – Software Antiriciclaggio 1stKYC

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